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Parodo

 

A passi ritmici e cadenzati, entra in scena un Coro di vecchi tebani. Si collocano intorno all'altare di Dioniso

 

CORO:

 

Strofe prima

 

Dolce parola di Zeus, che giungi da Pito ricca d’oro sino a Tebe splendente, che cosa vieni a dirci? Il mio animo è spaventato e sgomento, trema sin nel profondo. Apollo soccorritore, signore di Delo, quale prova stai preparando per me (adesso o nel volgere degli anni)? Fama immortale, figlia dell’aurea Speranza, dimmelo tu.

 

Antistrofe prima

 

Io invoco per prima te, che sei figlia di Zeus, Atena immortale, e tua sorella Artemide, che protegge i Tebani e siede nel tempio circolare dell’agorà con l’epiteto di gloriosa; e invoco Febo, che scaglia lontano i dardi. Triade divina, mostratevi e fateci da scudo contro la morte! Se nel passato siete intervenuti a cacciare dalla patria un’antica maledizione, accorrete anche ora!

 

Strofe seconda

 

Ahi, su di me pesano dolori senza fine! Tutto il popolo giace nella malattia: non esiste alcun consiglio che possa portarci la salvezza. I frutti della terra non maturano, le donne non trovano conforto dalle doglie del parto che provoca dolore. Li puoi vedere gettarsi come uccelli nelle spiagge ombrose della morte, più veloci del fuoco travolgente.

 

Antistrofe seconda

 

Non riesco a misurare l’agonia della città. I nostri figli giacciono a terra, senza preghiere né pianti, i cadaveri diffondono il contagio: nelle strade le spose e le madri anziane si avvicinano agli altari, singhiozzando e supplicando una tregua per i loro lutti funesti. Si levano il Peana e le note uniformi del pianto lamentoso. Aurea figlia di Zeus, mandaci tu un aiuto per ridare il sorriso ai nostri volti.

 

Strofe terza

 

Volgi in fuga Ares fiammeggiante, che senza le sue armi di bronzo mi assale con urla terribili e mi brucia; mandalo lontano dal suolo della mia patria, verso il grande letto di Anfitrite o verso le onde prive di ormeggi della Tracia. Perché ora - se la notte risparmia qualcuno - il giorno si precipita a distruggerlo. Padre Zeus, tu che domini le forze del fuoco che incendiano il cielo, distruggilo con il tuo fulmine!

 

Antistrofe terza

 

Apollo Liceo, vorrei che scagliassi in nostro aiuto i dardi invincibili dal tuo arco dalle corde d’oro; e vorrei che bruciassero le fiaccole ardenti con cui Artemide percorre i monti della Licia! E invoco anche il dio dalla mitra d’oro che prende il nome da questa terra: Bacco dal viso di porpora, che lancia il suo grido gioioso insieme alle Menadi; che venga ad incenerire con la torcia di pino fiammeggiante questo nume, che è un disonore per i numi.

 

Durante le ultime parole del Coro, Edipo esce dalla reggia

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